Elenco dei servizi offerti:

  • Accessi venosi PICC e MIDLINE

    COS’E’ UN PICC? E’ un catetere venoso centrale ad inserzione periferica (terzo medio del braccio) tramite guida ecografica, che permette l’infusione di farmaci altamente irritanti e non, come: chemioterapici, emoderivati, sacche nutrizionali, Mezzo di Contrasto per TAC, terapie antibiotiche e idratazioni.

    COS’E’ UN MIDLINE? E’ un catetere venoso periferico inserito (nel terzo medio del braccio) tramite guida ecografica, che permette l’infusione di farmaci come: sacche nutrizionali, emoderivati, terapie antibiotiche, idratazioni, mezzo di contrasto per TAC.

    QUAL’E’ IL VANTAGGIO? Il vantaggio principale dei dispositivi prevede che tale manovra venga effettuata a seguito della terapia prescritta ed il dispositivo permanga per tutta la sua durata, ovviando al problema spesso presente delle numerose venipunture.

    QUAL’E’ LA LORO DURATA? Sono accessi venosi a medio termine, possono rimanere in sede per un periodo di tempo compreso tra 1 settimana e 6/12 mesi.

    DA CHI VIENE EFFETTUATO? Il personale con qualifica, ottenuta presso l’Ospedale Policlinico San Martino, nel corso di alta formazione sulle procedure d’impianto di accessi vascolari PICC e Midline, provvederà ad effettuare la procedura.

    MODALITA’ DI PROCEDURA:

    • Verrà fornito un primo appuntamento gratuito, che consiste in un colloquio informativo sulla procedura, seguito da un breve esame ecografico del braccio che attesti l’effettuabilità dell’impianto.
    • Nel secondo appuntamento si potrà procedere con l’inserimento del dispositivo più idoneo per il paziente.

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  • Agopuntura

    L’agopuntura è un’antica metodologia terapeutica appartenente al corpus della medicina tradizionale cinese. Scopo dell’agopuntura è ristabilire lo stato di salute e di benessere del soggetto mediante l’inserimento di alcuni aghi in specifici punti del corpo umano. Lo stato di malattia viene causato da una cattiva circolazione del qi, con conseguente accumulo o carenza di energia tra le parti del corpo. Inoculando sottili aghi lungo l’asse dei meridiani, l’agopuntura è quindi di grado di ripristinare l’equilibrio energetico dell’individuo, garantendo lo stato di benessere.

    Il metodo di cura dell’agopuntura ha origini antichissime, risalenti a più di diecimila anni. Fu sotto la dinastia Ming che l’agopuntura raggiunse il suo periodo di fulgore, ponendo le basi per l’esportazione della dottrina in Occidente, grazie ai gesuiti nel 1600 e al successivo lavoro di G. Sulier de Morant, un diplomatico francese. Mao Tse Tung ufficializzò l’agopuntura, permettendone l’utilizzo in ospedale.

    Dagli anni Cinquanta, ebbe inizio anche la ricerca scientifica sull’agopuntura, finalizzata a comprendere, descrivere e tramandare la disciplina mediante riferimenti moderni quali cellule, biochimica e strutture annesse. Ciò nonostante, lo sviluppo dell’agopuntura a livello internazionale si è svolto in maniera disomogenea.

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  • Cardiologia

     Che cos’è la cardiologia
    La cardiologia è la branca della medicina che si occupa particolarmente della fisiologia, della fisiopatologia e della clinica dell’apparato cardiovascolare.

    Servizi di cardiologia

    • Visita cardiologica
    • Ecocardiocolordoppler, ecografia cardiaca
    • Elettrocardiogramma a riposo: è la registrazione su carta dell’attività elettrica del cuore, che consente di valutare indirettamente le dimensioni delle cavità cardiache, lo spessore delle pareti, la presenza di ischemia miocardia ed eventuali aritmie.
    • Elettrocardiogramma da sforzo: permette di valutare la piena efficienza del cuore durante uno sforzo, fornendo informazioni riguardo frequenza cardiaca, aritmie e ischemia del miocardio non deducibili con il solo elettrocardiogramma a riposo.

    Modalità di esecuzione
    La visita viene eseguita dallo specialista cardiologo. È necessaria la prenotazione.
    Non è necessaria alcuna preparazione.

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  • Dermatologia

     La dermatologia è la branca della medicina che studia le patologie della pelle (in greco derma significa pelle) e di tutti gli annessi cutanei, cioè le ghiandole, i peli, i capelli e le unghie). dermatologia, patologie della pelle

    Il nostro Ambulatorio è particolarmente specializzato e sensibile in tema di “prevenzione in dermatologia”, il che significa cercare di prevedere con anticipo ad esempio la trasformazione di un neo in melanoma. Purtroppo questi casi sono molto più frequenti di quanto si potrebbe pensare, e l’unica arma vincente che abbiamo a disposizione è la prevenzione. prevenzione dermatologia, melanoma

    Questa consiste essenzialmente in una valutazione approfondita da parte dello Specialista, che può utilizzare svariati strumenti diagnostici, dalla semplice lente di ingrandimento, alle telecamere, ai sistemi software di elaborazione dei dati.

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  • Diabetologia - Endocrinologia - Ecotiroide

        L’endocrinologo tratta il diabete e le altre alterazioni del metabolismo degli zuccheri (come insulino-resistenza, Sindrome dell’Ovaio Policistico, ecc), il sovrappeso e l’obesità che non si risolvono con la sola dieta (a causa di metabolismo rallentato), le dislipidemie (eccessi di colesterolo e trigliceridi), le disfunzioni della tiroide  (noduli, tiroiditi, ipotiroidismo, ipertiroidismo, ecc) e delle paratiroidi (alterato metabolismo del calcio sino all’osteporosi). In età adolescenziale e riproduttiva l’endocrinologo si occupa delle disfunzioni neuroendocrine e dell’ipofisi, specialmente quando legate ad uno squilibrio Psico-Neuro-Endocrino-Immunologico (PNEI, come nello stress), e delle disfunzioni degli ormoni sessuali e della crescita.
    La visita prevede l’utilizzo di Ecografia –  Misurazione degli organi con EAV  – Test Intolleranze Alimentari.

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  • Ecodoppler - Ecografia

     L’ecografia Doppler o più semplicemente ecoDoppler è una tecnica non cruenta e non invasiva quindi facilmente ripetibile utilizzata in medicina per lo studio della situazione anatomica e funzionale dei vasi sanguigni, arteriosi e venosi, e del cuore in tempo reale ed in maniera contemporanea (Duplex-Scanner). Prende il nome dal suo principio fisico di funzionamento, l’effetto Doppler.
    Utilizzata da oltre un trentennio ha un notevole valore sia in campo diagnostico che prognostico e terapeutico nelle affezioni cardiache e vascolari.
    Con l’utilizzo dell’ecografia, attraverso immagini B-mode, si studia la morfologia delle pareti, la loro motilità, la presenza o meno di formazioni endoluminali, la struttura della “placca ateromasica” mentre con il Doppler pulsato si valuta, attraverso l’analisi spettrale e il grado di purezza del suono, la situazione emodinamica del flusso sanguigno in quel determinato punto e quindi si possono quantificare i vari gradi di stenosi, distinguendo le stenosi emodinamicamente significative da quelle non emodinamicamente significative. Questa metodologia attualmente viene integrata con la colorazione dei flussi sanguigni per avere informazioni ancora più precise sul flusso sanguigno.

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  • Fisiatria

     La Fisiatria è una branca della medicina, denominata anche Medicina Fisica e Riabilitativa. E’ una specializzazione medica connotata da una discreta interdisciplinarietà, poichè i suoi interessi abbracciano anche altre branche della medicina tra cui l’Ortopedia, la Neurologia, la Cardiologia, la Pneumologia e la Cardiologia. La Fisiatria trova applicazione nella terapia di prevenzione, cura e riabilitazione di patologie da causa traumatica, vascolare, o degenerativa dell’apparato locomotore (a carico delle ossa, dei muscoli e dei tendini) e del sistema nervoso.
    La Fisiatria ricerca le cause dell’equilibrio posturale alterato, più frequentemente a carico della colonna vertebrale (discopatie, ernie discali, scoliosi, spondilolistesi) e degli arti superiori e inferiori, e indica quale terapia fisica o di riabilitazione debba seguire un paziente.
    Quando la farmacologia è insufficiente, interviene la Fisiatria.
    Come rieducazione Posturale s’intende la rieducazione vertebrale e la rieducazione respiratoria.
    Quando è anche insufficiente la Fisiatria, si programma la Chirurgia, seguita dalla Rieducazione post-chirurgica.

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  • Geriatria - Gerontologia

     La geriatria è la branca della medicina che si occupa dei bisogni e dei problemi di salute tipici della terza età.

    Di cosa si occupa il geriatra?
    Il geriatra è uno specialista medico che, oltre a gestire le patologie ed i bisogni tipici della terza età è in grado di fornire indicazioni e consigli ai fini di un “buon invecchiamento”.
    Compito del geriatra è inoltre quello di effettuare una valutazione complessiva delle numerose patologie consensuali all’avanzare dell’età, al fine di evitare che il sovrapporsi di molteplici pareri specialistici di per sé corretti ma spesso rilasciati con tempistiche e modalità diverse, diano come esito una pericolosa sommatoria di terapie, ed ingenerino confusione ed incertezza nel paziente anziano.
    La fragilità, insita in questo tipo di utenza, deve essere gestita con attenzione, tenendo conto anche del contesto sociale e familiare nel quale il paziente anziano si trova a vivere.

    Quali sono le patologie trattate più spesso dal geriatra?
    Molteplici sono le patologie correlate con l’invecchiamento; tra le più frequenti ricordiamo:
    – i disturbi della memoria e dell’orientamento, sino ad arrivare alla malattia di Alzheimer
    – le malattie cardiovascolari
    – le malattie osteoarticolari (esempio osteoporosi) e metaboliche (esempio diabete)
    – i disturbi nutrizionali che, se non individuati e corretti, possono condurre alla sarcopenia ed alla cachessia

    Quali sono le procedure più utilizzate dal geriatra?
    Quella del geriatra è una figura medica nota per il suo approccio multidisciplinare alla cura del paziente e al supporto dei familiari.
    La valutazione multidimensionale (VMD) è una modalità che può avvalersi di un vero e proprio team di figure professionali e che può includere, oltre al geriatra stesso, esperti come infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali, nutrizionisti, logopedisti e psicologi. In questo modo è possibile valutare i bisogni medici, sociali ed emotivi del paziente, prestando attenzione anche a problemi contingenti come la perdita di memoria, l’incontinenza, il rischio di cadute e l’eventuale necessità di assistenza per le occupazione basilari della vita quotidiana.
    Il mantenimento per il maggior tempo possibile dell’autosufficienza rappresenta la finalità più peculiare della geriatria.

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  • Ginecologia - Ostetricia

    Che cos’è la visita ginecologica?
    La visita ginecologica prevede di valutare lo stato di salute dei genitali femminili sia esterni che interni.

    A cosa serve la visita ginecologica?
    Attraverso una visita ginecologica è possibile valutare la salute degli organi genitali femminili ed escludere la presenza di patologie. Può trattarsi di un controllo periodico che diventa anche l’occasione per fare prevenzione secondaria di tumori del collo dell’utero, fibromi o endometriosi pelvica attraverso l’esecuzione di un Pap Test. Altre volte può invece essere necessaria per capire le ragioni alla base di disturbi del ciclo mestruale (ad esempio irregolarità, dolori o emorragie particolarmente abbondanti), per trovare un sistema di contraccezione adatto al proprio caso o perché si vuole avere un bambino, per verificare un sospetto di gravidanza, per problematiche riguardanti i rapporti sessuali (ad esempio dolori), per problemi che riguardano il seno e per i disturbi legati alla menopausa.

    Come si svolge la visita ginecologica?
    La visita ginecologica prevede sempre un’anamnesi approfondita. Il medico si informerà sulla storia della paziente e delle donne della sua famiglia, su eventuali sintomi con cui dovesse avere a che fare e su patologie o interventi cui è stata sottoposta in passato.
    Alla visita medica generale segue quella ginecologica vera e propria, che prevede l’esame dei genitali esterni, l’esplorazione vaginale e l’esame del seno. A volte può essere eseguito anche un controllo ecografico (in alcuni casi attraverso un’ecografia transvaginale) che permette di valutare lo stato di salute dell’utero o di verificare un sospetto di gravidanza in fasi molto precoci della gestazione.
    Nelle ragazze più giovani, in particolare prima del primo rapporto sessuale, potrebbe non essere necessaria la visita interna. In alcuni casi, più rari, potrebbe essere invece necessaria un’esplorazione rettale.
    Infine, il ginecologo può valutare anche lo stato di salute della tiroide e dei linfonodi.

    Sono previste norme di preparazione?
    In genere una visita ginecologica di controllo non richiede nessuna preparazione particolare. Solo se sono previsti esami specifici potrebbe essere necessario presentarsi senza aver svuotato la vescica. In tutti gli altri casi è meglio sottoporsi alla visita a vescica vuota.

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  • Lesioni cutanee

      Il nostro ambulatorio si occupa soprattutto delle lesioni che frequentemente affliggono una parte della popolazione anziana fragile (lesioni da pressione o ulcere da decubito) e delle problematiche che possono interessare anche alcune fasce della popolazione adulta (ulcere vascolari, ulcere diabetiche ecc.). Queste lesioni cutanee, se non prontamente prese in cura ed attentamente monitorate, possono essere foriere di gravi conseguenze anche a livello sistemico.
    L’esperienza ci ha insegnato che molte volte nei pazienti che giungono alla nostra presa in carico e’ esistita una errata dicotomia nella cura, con un trattamento medico/farmacologico generale adeguato, ma con una scarsa attenzione al corretto trattamento locale della lesione stessa, in alcuni casi addirittura ignorata e lasciata all’autogestione dello stesso paziente.
    Un ulcera è una finestra aperta sull’intera persona, ma questa finestra sembra ancora relegata al “cortile interno dell’abitazione”.
    Questa esperienza ci ha condotto ad un approccio “olistico” della persona che giunge alla nostra attenzione, ed alla comprensione di come il rapporto di fiducia che ogni volta cerchiamo di conquistarci, sia un passo fondamentale nel cammino della guarigione.
    I nuovi materiali di medicazione e le loro modalità di utilizzo sono ancora vissuti da molti con diffidenza. Non a caso le prime sperimentazioni di tali presidi furono intraprese dai primi ricercatori, agli inizi degli anni ’60, in soggetti reclusi nelle carceri di Alcatraz, che si offrirono come “volontari” a tale trattamento.
    Nonostante l’esito positivo osservato, tali sperimentatori conclusero il loro articolo pubblicato sulla rivista scientifica “Nature” esprimendo ancora le loro perplessità sull’utilizzo, in un futuro, di tali metodiche.
    Tali dubbi ormai sono completamente dissolti tramite le evidenze cliniche dimostrate dalla moderna letteratura scientifica più attenta e qualificata, e l’utilizzo professionalmente competente di queste tecnologie è ormai un caposaldo della moderna vulnologia.
    E’ proprio sull’utilizzo di questi presidi avanzati, reso possibile da una nostra esperienza pluriennale maturata nella parte residenziale del Piccolo Cottolengo genovese, che si basa una parte importante del percorso di cura da noi proposto.
    Il nostro lavoro non necessita della sterilità di una sala operatoria, ma si svolge in un luogo nel quale si assicura l’ottimale sanificazione ambientale e, durante l’atto determinante della medicazione, utilizzando materiali e strumenti sterili.
    In questi anni si è assistito ad un crescente incremento dell’età media della popolazione, accompagnato però dalla concomitante fragilità dell’individuo, sempre più “Vulnerabile”.
    Con il termine Vulnologia, non ci si riferisce solo allo studio della riparazione dei nostri tessuti, ma anche alla prevenzione del loro possibile “danno”.
    Estremizzando il concetto, il cardiologo che riesce a mantenere l’ottimale compenso emodinamico del suo paziente ed a prevenirne di conseguenza l’edema degli arti inferiori preservando quindi la microcircolazione di tali distretti corporei, diviene anch’esso, probabilmente inconsapevolmente… un vulnologo. La stessa cosa si può dire, naturalmente in senso lato, dell’ortopedico, del fisiatra, del pneumologo, e di tutti gli operatori che con la loro professionalità riescono a mantenere il buon compenso psicomotorio dell’individuo, e di conseguenza ad ovviare o ridurre tutte le cause di rischio di “Vulnus”.

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  • Logopedia

      La logopedia è una branca della medicina che si occupa di studiare il linguaggio e le sue eventuali problematiche. Imparare a parlare, infatti, per un bambino non è sempre un percorso facile e naturale. In genere l’acquisizione di questo fondamentale strumento di comunicazione, che distingue l’essere umano dagli altri animali, avviene nei primi anni di vita, e man mano ci si impratichisce sia con la crescita che attraverso il fondamentale contributo scolastico.

    Capita talvolta che i bambini siano “vittima” di disturbi della parola. Ma cosa accade quando ci siano delle difficoltà, quando i genitori si accorgano che il loro bimbo tarda a parlare, oppure pronuncia male o in modo incomprensibile anche parole molto semplici? La logopedia e i suoi specialisti esistono proprio per questo, per aiutare i bambini, attraverso semplici esercizi ad hoc, ad appropriarsi del “codice lingua”.

    Prima di parlare della figura del logopedista, proviamo a vedere se è possibile, anche a casa, seguire il proprio bimbo con difficoltà nell’imparare a parlare, stimolandolo con esercizi mirati che lo aiutino anche nella pronuncia dei diversi fonemi. Ebbene, la risposta è affermativa, anche se ci vuole molta pazienza (sia da parte dei genitori che del piccolo) per ottenere dei risultati duraturi. Si tratta di esercizi che hanno lo scopo di preparare l’apparato fonatorio infantile, a volte immaturo, alla pronuncia delle parole e dei diversi suoni.

    Stimolazione delle labbra e della lingua, attraverso anche l’ausilio di strumenti come palline da mettere in bocca, servono proprio per insegnare al piccolo come impostarle per emettere i suoni in modo corretto. Soffiamenti, smorfie, rotazioni con la lingua e schioccamento dei quest’ultima contro il palato, arricciamenti delle labbra, e altri movimenti mirati, ripetuti con costanza tutti i giorni aiutano concretamente il bambino (ma qualche volta anche gli adulti con difetti di pronuncia) ad imparare correttamente tutte le combinazioni possibili di suoni e di lettere. Ma per ottenere il massimo dei risultati, bisogna rivolgersi al professionista della logopedia, il logopedista.

    Chi è il logopedista? E di cosa si occupa?
    Il logopedista è il professionista sanitario che si occupa della prevenzione,cura e riabilitazione dei disturbi della voce, della comunicazione, del linguaggio, dei disturbi cognitivi e dell’apprendimento in età evolutiva, adulta e geriatrica attraverso la valutazione, il bilancio, la programmazione, l’elaborazione e la verifica di programmi riabilitativi individuali.

    Il logopedista, dunque, è lo specialista che si occupa della “educazione della parola“, della comunicazione scritta e orale, della prevenzione e della cura dei problemi legati all’uso del linguaggio. Il principale compito è quello di rieducare le persone a parlare in modo corretto, eliminando difetti di forma o veri e propri disturbi del linguaggio. Le sedute dedicate ai bambini sono molto divertenti. Lo specialista avvicina il piccolo tramite lo strumento del gioco e la collaborazione dei genitori, che dovrebbero partecipare alle sedute e apprendere gli esercizi per poi aiutare il bimbo nel recupero.

    Quali sono i disturbi del bambino per cui i genitori dovrebbero rivolgersi ad uno specialista?
    Se si nota che Il bambino manifesta alcuni problemi: una volta imparato a parlare, dopo i due anni, i genitori potrebbero accorgersi che i loro piccoli hanno difficoltà a emettere correttamente alcuni suoni o invertono le sillabe. Soprattutto le lettere come la s, z, gl, gn creano problemi non indifferenti. Poi c’è l’alterazione dei suoni, ovvero la riproduzione errata. Alcuni hanno difficoltà a parlare: non chiudono le frasi correttamente o fanno fatica a esprimere i concetti. Le problematiche in età evolutiva riguardano prevalentemente i ritardi dello sviluppo del linguaggio, i difetti di articolazione, di pronuncia, la povertà lessicale e di strutturazione della frase, le disfluenze, i problemi di voce, la deglutizione deviata legata a mal occlusioni dentali, le difficoltà nell’apprendimento della letto scrittura, i disturbi sensoriali legati all’udito.

    Alcuni di questi piccoli disturbi spariscono con la pratica. Se però notate che sono duraturi allora contattate uno specialista.

    In caso di balbuzie, ad esempio, l’intervento dello specialista è d’obbligo perché difficilmente questo problema svanisce. Il logopedista con esercizi mirati aiuta il bambino a controllare queste esitazioni, che spesso nascondono problemi legati alla comunicazione. Talvolta, nei casi più complessi, non basta questo tipo di terapia. In questo caso non temiate giudizi, contattate uno psicologo. Infine il disturbo più grave: l’autismo.

    Non sempre viene diagnosticato, soprattutto quando i bimbi sono molto piccoli, spetta ai genitori essere vigili. Siate attenti alle reazioni di vostro figlio: se ha difficoltà a stabilire comunicazioni, sfugge allo sguardo e ha problemi a mantenere l’attenzione, oppure non esprime concetti definiti ma ripete solamente le frasi. In tutti questi sintomi, potrebbe nascondersi l’autismo. Consultate un logopedista che potrà, prima di tutto, capire se i vostri dubbi sono fondati e poi aiutare il bambino a creare un ponte per comunicare.

    In cosa consiste la visita? Quanto tempo dura la prima seduta? Qual’è la durata totale del ciclo di visite?
    La prima visita logopedica mira alla definizione del problema del bambino, al counseling informativo e prescrittivo ai genitori per instaurare un’alleanza terapeutica indispensabile al trattamento e alla programmazione dell’intervento riabilitativo. Le sedute logopediche durano circa 45 minuti , ed il ciclo di terapie varia in base alla patologia riscontrata con verifiche e obiettivi periodici.

    Come impara il bambino a correggere le sue lacune?
    Gli strumenti utilizzati dal logopedista durante la riabilitazione sono prevalentemente di tipo ludico, con oggetti, giocattoli, giochi strutturati, immagini e tutto ciò che può attirare l’interesse del bambino, naturalmente adattati in base all’età ed alle sue capacità cognitive.

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  • Medicina Interna

    Dott. Roberto Franceschini. Laurea in Medicina e Chirurgia (1976) – Specializzazione in Ematologia Clinica e di laboratorio (1979) – Borsista Universitario dal 1977 al 1980 (ISMI Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Genova)
    • Ricercatore Universitario Confermato dal 1980 al 1992 (Ismi e successivamente DIMI Facoltà di medicina e Chirurgia Università
    degli Studi di Genova)
    • Professore Associato di Medicina Interna (raggruppamento disciplinare MED09) dal 1992 al 2004 (DIMI Facoltà di Medicina e
    Chirurgia Università degli Studi di Genova)
    • Direttore S.C. Medicina Interna del Polo Ospedaliero di Santa Margherita Ligure ASL 4 Chiavarese dal 2004 al 2011
    • Direttore S.C. Medicina Interna del Polo Ospedaliero N.Signora di Montallegro di Rapallo ASL 4 dal 2011 al 2018
    • Dal 2018 in quiescenza.
    INCARICHI DI INSEGNAMENTO
    • Titolare dell’insegnamento di Fisiopatologia Medica nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Facoltà di Medicina e Chirurgia
    dell’Università degli Studi di Genova
    • Titolare dell’insegnamento di Semeiotica Medica nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Genova
    • Titolare dell’insegnamento di Semeiotica Medica nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Genova
    • Titolare dell’insegnamento di Medicina Interna nel Corso integrato di Scienze medico chirurgiche Corso di laurea di Igiene dentale Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Genova
    • Docente di Medicina Interna nella Scuola di Specializzazione di Medicina interna Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Genova
    • Docente di Medicina Interna nella Scuola di Specializzazione di Radioterapia Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Genova
    • Docente di Medicina Interna nella Scuola di Specializzazione di Chirurgia dell’Apparato Digerente Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Genova.
    Autore di 116 pubblicazioni a stampa su riviste nazionali e internazionali

    La locuzione medicina interna venne probabilmente utilizzata per la prima volta nel 1839 al Congresso degli Scienziati Italiani di Pisa per distinguerla dalla chirurgia, all’epoca definita medicina esterna. Nel 1882 si tenne a Wiesbaden il primo congresso statunitense dedicato alla materia.

    La medicina interna si occupa della diagnosi e terapia non chirurgica di tutti gli organi e sistemi “interni” come:

    • malattie dell’apparato muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo
    • apparato respiratorio
    • apparato cardiovascolare
    • apparato digerente
    • sangue e organi emopoietici
    • reni
    • sistema endocrino
    • malattie sistema immunitario
    • malattie dell’apparato riproduttore
    • malattie infettive
    • malattie dello sviluppo infantile

    da WIKIPEDIA

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  • Neurologia

    La Neurologia è una branca specialistica della Medicina che si occupa delle malattie del sistema nervoso.

    In particolare, la Neurologia si occupa delle malattie delle diverse componenti del sistema nervoso, ed in particolare del sistema nervoso centrale (encefalo e  midollo spinale) e di quello periferico (radici nervose nervi cranici e spinali); tradizionalmente, rientrano nella competenza della Neurologia anche le malattie dei muscoli (per esempio le distrofie).

    Le principali malattie di cui la Neurologia si occupa sono le malattie cerebro-vascolari (ictus), le demenze, le cosiddette malattie neurodegenerative (come la malattia di Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica), l’epilessia, la sclerosi multipla, le polineuriti, le malattie infettive del sistema nervoso (meningiti , encefaliti), le cefalee oltre a numerose altre malattie più rare.

    Anche se ai giorni nostri la Neurologia si avvale di sofisticati esami strumentali (per esempio la TAC, la Risonanza Magnetica, l’EEG e gli altri esami neurofisiologici), un’importanza fondamentale continua ad avere la visita neurologica, che è l’esame eseguito dallo specialista sul paziente. Anche se l’esame neurologico si avvale di manovre (come lo studio dei riflessi etc.) in uso da molti decenni e spesso apparentemente semplici, esso è in grado di fornire informazioni insostituibili per la diagnosi.

    La visita neurologica dura in genere almeno 20-30 minuti, perché oltre all’esame vero e proprio deve comprendere un’accurata raccolta della anamnesi (cioè la descrizione dei disturbi del paziente), perché molte malattie neurologiche si manifestano in modo “episodico”, ed al momento della visita la situazione può apparire del tutto normale.

    Anche se i confini tra neurologia e psichiatria non sono molto netti (fino ad alcuni decenni fa esse erano infatti unite in un’unica branca denominata “neuropsichiatria”), l’interesse della neurologia si rivolge alle malattie “organiche” del sistema nervoso mentre la psichiatria ai disturbi “mentali” e del comportamento.  Spesso tuttavia  si rivolgono al neurologo anche soggetti affetti da disturbi dell’umore, ansia ed insonnia.

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  • Oculistica

     La visita oculistica è un passaggio fondamentale per diagnosticare, escludere o monitorare una patologia che interessa gli occhi. Viene eseguita da un oculista, ovvero da un medico specialista in oculistica. Oltre a soggetti con malattia già diagnosticata, che d’accordo con lo specialista si sottoporranno a visite periodiche per monitorarne l’andamento, si può essere inviati all’oculista dal proprio medico curante per chiarire la natura di sintomi come abbassamento dell’acutezza visiva; annebbiamento della vista; presenza nel campo visivo di macchie colorate, aureole o aloni, puntini; se parte del campo visivo è oscurata; in caso di lesioni oculari di varia natura.

    A cosa serve la visita oculistica?
    La visita oculistica serve a valutare le condizioni di salute degli occhi e quindi a diagnosticare o escludere la presenza di patologie oculari e, quando possibile, a stabilire la relativa terapia. Poiché molte malattie oculari sono asintomatiche è raccomandabile eseguire esami oculari periodici, soprattutto se in famiglia sono presenti soggetti con patologie della vista. La visita oculistica può inoltre anche essere utile nell’individuazione di altre malattie – come malattie sistemiche, tumori e patologie del sistema nervoso – caratterizzate da manifestazioni oculari. Si può venire sottoposti a visita oculistica anche per monitorare patologie degli occhi già diagnosticate.

    Come si svolge la visita oculistica?
    Nel corso della prima fase della visita il medico specialista provvederà a raccogliere il più ampio numero di informazioni sulla storia clinica e familiare del paziente (anamnesi), mediante domande volte a conoscere la tipologia di alimentazione, l’eventuale vizio del fumo, l’eventuale consumo di alcol, il livello di attività fisica e di sedentarietà, la presenza di eventuali patologie a carico, altri casi in famiglia di patologie oculari, l’eventuale assunzione di farmaci. Il medico provvederà poi a effettuare un esame degli occhi esterno – che consiste nell’ispezione delle palpebre, dei tessuti circostanti, dello spazio interpalpebrale, delle congiuntive, della sclera, della cornea e dell’iride.
    Lo specialista passa poi a eseguire test mirati a evidenziare il livello di acutezza visiva, la funzionalità pupillare e la motilità dei muscoli esterni dell’occhio. La visita generalmente si conclude con la misurazione della pressione intraoculare (mediante tonometria) e con l’esame del fondo oculare (utilizzato per studiare le strutture oculari collocate posteriormente all’iride e al cristallino). Questa visita dura in media 30 minuti.

    Sono previste norme di preparazione?
    Per potersi sottoporre a una visita oculistica non sono previste norme di preparazione. È bene che il paziente porti con sé eventuali esami effettuati su richiesta del medico curante.

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  • Odontoiatria e igiene dentale

     La visita odontoiatrica è uno strumento molto importante per la prevenzione della salute orale e per evitare molti disturbi e patologie che colpiscono i denti, le gengive e tutta la bocca. La prima visita dal dentista andrebbe fatta all’età di cinque anni e ripetuta regolarmente per permettere allo specialista, l’odontoiatra, di ispezionare la dentatura e i suoi difetti, di valutare se sta crescendo regolarmente, se vi sono problemi dovuti a carie, placca, tartaro, infezioni batteriche, infiammazioni delle gengive o parodontite che richiedono cure tempestive e specifiche.

    A cosa serve la visita odontoiatrica?
    Occorrerebbe sottoporsi a visita odontoiatrica per prevenzione almeno ogni sei mesi.
    Naturalmente si ricorre alla visita odontoiatrica soprattutto quando si manifestano i sintomi dolorosi del mal di denti o c’è sanguinamento dalle gengive.
    In età pediatrica, a partire dai cinque anni, la visita odontoiatrica consente al dentista di valutare se sono assenti patologie del cavo orale e se i denti stanno crescendo correttamente. In caso contrario, si provvede nel corso degli anni ad una correzione con appositi apparecchi fissi o mobili in modo da allineare denti e arcate favorendo una masticazione corretta e prevenendo problemi che possono influenzare la postura e persino la salute del cuore.
    In età adulta la visita odontoiatrica è fondamentale per preservare più a lungo la dentizione naturale dai danni dovuti alla masticazione, ai batteri e alla placca, al deterioramento dello smalto, alle malattie gengivali, all’uso di farmaci. In caso di perdita di uno o più denti, la visita odontoiatrica permette di pianificare l’intervento più adeguato alla situazione: otturazione, capsula, estrazione, impianti protesici fissi e mobili. Esistono materiali e tecniche d’avanguardia che permettono di restituire al paziente un assetto ottimale della dentizione, con ottimi risultati estetici e il minimo disagio mentre si mangia.

    Come si svolge la visita odontoiatrica?
    Durante la visita di controllo il dentista procede ad esaminare lo stato della dentizione e delle gengive a cui, eventualmente, può seguire una accurata pulizia dei denti che consiste nella rimozione del tartaro e nello sbiancamento della superficie dei denti in modo da conservarli in salute e prevenire problemi come la carie, la gengivite o infiammazioni più serie come la piorrea (anche nota come parodontite o malattia parodontale) che possono portare alla caduta dei denti. La visita odontoiatrica è importante anche perché il dentista o l’igienista dentale insegnano al paziente come eseguire una corretta igiene orale a casa tutti i giorni.
    Se ci sono ulteriori problemi, il dentista dopo la visita può richiedere una radiografia delle arcate dentali (ortopanoramica) per individuare problemi che non possono essere individuati a occhio nudo come carie nascoste, lesioni dell’osso mascellare, cisti o tumori, oppure per verificare il corretto allineamento delle arcate.

    Sono previste norme di preparazione?
    Non è prevista una preparazione speciale da parte del paziente, che viene invitato a portare con sé eventuali esami effettuati su richiesta del medico.

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  • Omeopatia

     Con Omeopatia si intende un metodo di cura, basato sulla legge dei simili, che prevede l’utilizzo di un rimedio (detto rimedio omeopatico) che produce nel soggetto sano gli stessi sintomi della malattia che si può curare. Pertanto, il rimedio è simile alla malattia nella espressione dei sintomi che produce, ma di specie od origine diversa, cioè non è derivato o composto dello stesso agente causale della malattia.

    Un altro chiarimento riguarda i vari tipi di Omeopatia in uso, poiché dalla iniziale ortodossia si sono poi formate diverse scuole e altrettanto diversi atteggiamenti terapeutici.

    L’Omeopatia Unicista è quella più aderente al rigore hahnemanniano, perché prevede la prescrizione di un solo rimedio alla volta (un individuo nel corso della vita può richiedere anche rimedi diversi) che viene prescritto secondo i fondamenti dell’Organon.

    L’Omeopatia Pluralista prevede l’utilizzo di più rimedi alla volta e in particolare, in quella che viene chiamata Omeopatia Complessista (o Clinica), è invalso l’uso di complessi, ovvero preparati che contengono, già nello stessa formulazione, sostanze diverse. È questo un approccio più sintomatico che cerca di contrastare il sintomo piuttosto che la malattia, rimanendo in una sfera d’azione certamente più superficiale, sia dell’individuo che della sua sofferenza.

    IL PRINCIPIO DI SIMILITUDINE
    Hahnemann arrivò alla formulazione di questo principio sostanzialmente attraverso due vie:
    – la sperimentazione (dapprima della corteccia di China e poi di altri rimedi),
    – l’osservazione delle leggi della Natura, analizzando ciò che succede quando nello stesso soggetto si incontrano due malattie che hanno sintomi completamente diversi (malattie dissimili), oppure malattie con sintomi comuni (malattie simili).

    Il resoconto delle sue osservazioni, attinte da una grande quantità di esempi clinici che lui stesso o i suoi contemporanei avevano modo di osservare nel corso dell’attività medica, viene riferito nei paragrafi 34-42 e 43-51 dell’Organon e va sotto il nome di “Studio delle malattie simili e dissimili”.

    In una successiva analisi, Hahnemann espone cosa si verifica quando nel corso naturale della malattia o della sovrapposizione di due malattie, il medico interviene con dei medicamenti allopatici.

    Articolo tratto dal libro “Introduzione all’Omeopatia” di Associazione Lycopodium

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  • Ortopedia

     La visita ortopedica è una visita concentrata sullo stato di salute dell’apparato locomotore, cioè delle ossa, delle articolazioni e dei muscoli, sia in condizioni normali che in seguito a traumi. A condurla è uno specialista ortopedico.

    A cosa serve la visita ortopedica?
    La visita ortopedica permette di studiare la struttura e la funzionalità dell’apparato locomotore per diagnosticare patologie acute, croniche o degenerative a carico della colonna vertebrale, degli arti superiori (spalla, gomito, mano e polso) o degli arti inferiori (anca, ginocchio, piede e caviglia). Fra le più frequenti sono incluse l’artrosi, i problemi al menisco, le lesioni ai legamenti del ginocchio e della cuffia dei rotatori, la sindrome del tunnel carpale, l’alluce valgo, il neuroma di Morton, la sindrome da compressione del nervo ulnare e la fascite plantare.
    Inoltre la visita ortopedica può essere utile in seguito a traumi che possono aver leso le strutture dell’apparato locomotore.

    Come si svolge la visita ortopedica?
    In una fase iniziale la visita ortopedica prevede un’analisi completa delle condizioni cliniche del paziente. Per questo il medico si informerà non solo sui suoi sintomi presenti, ma anche su disturbi con cui ha avuto a che fare in passato, sul tipo di lavoro svolto e sulle attività fisiche praticate.
    La visita prosegue poi con l’analisi della struttura e delle funzionalità dell’apparato locomotore. Il medico potrebbe ritenere opportuno concentrarsi su aspetti come la postura, la forza muscolare, l’ampiezza dei movimenti, la presenza di gonfiori e i riflessi.
    La visita può concludersi con una diagnosi o con la prescrizione di accertamenti diagnostici come radiografie, Tac, risonanze magnetiche, ma anche esami del sangue, delle urine o del liquido articolare.

    Sono previste norme di preparazione?
    La visita ortopedica non prevede una preparazione specifica. Il paziente è però invitato a portare con sé eventuali referti di analisi, ad esempio radiografie, che potrebbero essere utili alla valutazione della situazione.

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  • Osteopatia

     L’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, ect..) non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma attraverso manipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano non solo l’apparato neuro-muscolo-scheletrico, ma anche cranio-sacrale (legame tra il cranio, la colonna vertebrale e l’osso sacro) e viscerale (azioni sulla mobilità degli organi viscerali).
    Inoltre a differenza della medicina tradizionale allopatica, che concentra i propri sforzi sulla ricerca ed eliminazione del sintomo, l’osteopatia considera il sintomo un campanello di allarme e mira all’individuazione della causa alla base della comparsa del sintomo stesso.

    I principi dell’osteopatia
    Unità del corpo
    Come metodologia olistica (dal greco olos=tutto) l’osteopatia considera l’individuo nella sua globalità: ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura, dunque, l’equilibrio psicofisico e il benessere.

    Relazione tra struttura e funzione
    Un corretto equilibrio tra struttura e funzione regala al nostro corpo una sensazione di benessere. Qualora tale equilibrio venga alterato (a causa di un trauma per esempio) si parla di disfunzione osteopatica, ossia di una restrizione di mobilità e perdita di movimento in una parte del nostro corpo (ossa, muscoli, organi, etc..).

    Autoguarigione
    In osteopatia non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello favorire la capacità innata del corpo ad auto curarsi.

    Le tecniche osteopatiche
    Il trattamento osteopatico può avvalersi di numerosi metodi e tecniche di trattamento. Gli osteopati le utilizzano indifferentemente in funzione delle necessità terapeutiche.

    Una classificazione possibile è quella che fa riferimento a queste tre grandi famiglie:

    Tecniche strutturali
    La tecniche strutturali sono definite tali poiché ristabiliscono la mobilità della struttura ossea.
    La specificità e la rapidità delle manipolazione consente il recupero della mobilità articolare.
    Hanno una forte influenza neurologica, oltre che puramente meccanica, in quanto favoriscono l’emissione di corretti impulsi dalle e alle terminazioni della parte trattata.

    Tecniche cranio-sacrali
    Le tecniche craniali agiscono sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio e il sacro, ristabilendone il normale “meccanismo respiratorio primario”, ossia quella combinazione di parti ossee, legamentose, muscolari, e fasciali che consentono il riequilibrio e l’armonia delle funzioni craniosacrali.
    Con queste tecniche si agisce in particolare sulla vitalità dell’organismo, qualità fondamentale che permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno.

    Le tecniche viscerali
    I visceri si muovono in modo specifico sotto l’influenza della pressione diaframmatica. Questa dinamica viscerale può essere modificata (restrizione di mobilità) o scomparire. Applicando una tecnica specifica, l’osteopatia permette all’organo di trovare la sua fisiologia naturale ed i disordini legati alla restrizione di mobilità saranno così corretti. Inoltre esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica; una cattiva funzione della struttura (colonna vertebrale), può influenzare uno o più visceri e viceversa. Si possono trovare, in persone che soffrono di mal di schiena, problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o dell’utero. Il trattamento osteopatico mira, attraverso l’addome ed il diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale.

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  • Otorinolaringoiatria

     La visita otorinolaringoiatrica è l’esame medico che ha l’obiettivo di individuare eventuali patologie a carico di orecchie, naso e gola e alle altre strutture appartenenti al distretto testa-collo.

    A che cosa serve la visita otorinolaringoiatrica
    La visita eseguita dal medico otorinolaringoiatra analizza lo stato di salute di questi complessi organi che, pur ben distinti l’uno dall’altro, sono spesso funzionalmente correlati e possono presentare patologie associate, come infiammazioni, infezioni e tumori.

    Come si svolge la visita otorinolaringoiatrica
    La visita otorinolaringoiatrica è una valutazione medica specialistica non dolorosa.

    In una prima parte il medico otorino procede con un’indagine sullo stato di salute del paziente (valutazione anamnestica), sulla presenza di sintomi legati agli organi di competenza, sulle eventuali cure in atto, sui farmaci assunti e sulle eventuali patologie note al paziente.

    La seconda parte consiste nella visita vera e propria con tutti quegli esami che possono permettere di individuare le cause dei sintomi raccontati dal paziente.

    In particolare, a discrezione del medico e a seconda della necessità del paziente, potrebbero essere eseguiti i seguenti esami aggiuntivi:
    • un’accurata ispezione del cavo orale e dell’orofaringe. L’ipofaringe e la laringe vengono valutate accuratamente mediante l’utilizzo di fibre ottiche rigide o flessibili la “laringoscopia”, che permette di visualizzare su un monitor la situazione anatomico clinico funzionale evidenziando eventuali anomalie e lesioni;
    • otoscopia, mediante di uno strumento denominato otoscopio, che permette di valutare, all’interno dell’orecchio, la membrana timpanica e il condotto uditivo esterno;
    • una rinoscopia, esame che viene eseguito con un sottile endoscopio a fibre ottiche e che permette di esplorare l’interno del naso le porte di comunicazione con le cavità paranasali il Rinofaringe e l’apertura delle tube di Eustachio;
    • una palpazione del collo per escludere la presenza di tumefazioni sospette;

    Non si effettua visita audiometrica e vestibolare.

    Durata della visita otorinolaringoiatrica
    La visita otorinolaringoiatrica ha una durata in media di circa 20/25 minuti.

    Norme di preparazione della prima visita otorinolaringoiatrica
    Non sono previste preparazioni specifiche per l’esecuzione della visita otorinolaringoiatrica.

    Controindicazioni della visita otorinolaringoiatrica
    La visita otorinolaringoiatra non ha controindicazioni.

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  • Podologia

     La visita specialistica di podologia ha l’obiettivo di studiare e trattare le patologie del piede.

    A cosa serve la visita podologica?
    La visita podologica è finalizzata a favorire la deambulazione, prevenire complicanze locali per i pazienti affetti da malattia diabetica, neurologica, vascolare, reumatologica, ecc. e curare alterazioni strutturali e funzionali del piede.

    Il Podologo, oltre ad intervenire direttamente sul piede del paziente, può contribuire a curarne condizioni patologiche attraverso specifici plantari, intervenendo indirettamente anche su problematiche posturali.

    Controlli preventivi del piede del bambino permettono di riconoscere ed intervenire sulle patologie prima che diventino gravi.

    Di grande rilevanza sociale e di forte impatto clinico è il piede diabetico. Il podologo ha un ruolo fondamentale nel team multidisciplinare dedicato alla cura e prevenzione del piede diabetico.

    Condizioni patologiche più frequenti per cui rivolgersi all’ambulatorio di Podologia
    Alterazioni strutturali:
    – deformità delle dita (alluce valgo, dita a griffe)
    – difetti dell’appoggio del piede
    – difetti del cammino e della postura.

    Patologie dermatologiche:
    – ipercheratosi (callosità)
    – verruche
    – lesioni ulcerose
    – micosi.

    Patologie delle unghie:
    – onicocriptosi (unghia incarnita)
    – unghie deboli, ispessite o di forma non corretta
    – unghie affette da micosi.

    Altre condizioni patologiche:
    – fascite plantare
    – tallonite
    – spina calcaneare
    – neuroma di Morton
    – infiammazioni tendinee
    – altre condizioni causanti dolore al piede
    – piede diabetico (prevenzione e cura delle ulcere).

    Come si svolge una visita podologica?
    La visita podologica inizia con l’anamnesi, ovvero una raccolta di informazioni riguardanti la storia clinica dell’assistito, al fine di ricavare elementi utili alla visita stessa.

    Dalle informazioni ottenute il podologo procederà, previo accurato esame obiettivo, al trattamento, o qualora necessario, alla visita biomeccanica e/o posturale.

    Il trattamento podologico consiste in un intervento diretto sul piede del soggetto, al fine di rimuovere la cause del disagio (callosità, patologie ungueali, ecc.), mentre la visita biomeccanica e/o posturale consiste inizialmente nella valutazione degli arti inferiori sul lettino e successivamente all’ analisi del passo.

    Durata della visita podologica
    La visita podologica può durare dai 30 minuti circa di un trattamento, ai 45-60 minuti di una visita posturale e/o biomeccanica.

    Norme di preparazione alla visita podologica
    Per effettuare la visita podologica non sono necessarie norme di preparazione. È consigliato portare con sé documentazione medica precedente che possa dare ulteriori informazioni allo specialista.

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  • Psichiatria

     La psichiatria è un ramo della medicina poco conosciuto. Capita spesso che alcuni concetti della psichiatria vengano fraintesi o siano spiegati in modo scorretto, il che fa sì che ci siano delle leggende popolari che spaventano e che non aiutano le persone a farsi curare.

    DOMANDE FREQUENTI 

    Chi è lo psichiatra?
    Lo psichiatra è un medico, e perciò laureato in medicina e chirurgia, che ha poi conseguito la specializzazione in psichiatria. Questo fa sì che lo psichiatra abbia una preparazione dettagliata sugli aspetti biologici delle patologie psichiche e che, in quanto laureato in medicina, possa somministrare farmaci. Il suo intervento è solitamente focalizzato sul trattamento farmacologico, senza tuttavia dimenticare l’importanza del rapporto medico-paziente e degli aspetti psicologici che rientrano nei disturbi mentali.

    Cosa fa lo psichiatra?
    Lo psichiatra si occupa della cura delle patologie psichiatriche, come ad esempio la depressione, i disturbi d’ansia, i disturbi di personalità, i disturbi alimentari, ecc.. Generalmente viene effettuata una prima visita durante la quale si effettua una raccolta della storia clinica e, se necessario, viene impostata una terapia farmacologica adeguata. Successivamente vengono effettuati dei colloqui clinici di controllo, la cui cadenza è generalmente mensile, anche se varia a seconda delle necessità cliniche e di monitoraggio della farmacoterapia.

    Che pazienti cura lo psichiatra?
    Lo psichiatra cura pazienti che soffrono di ansia, attacchi di panico, depressione, disturbi alimentari, disturbi psicotici o disturbi della personalità, valutando gli aspetti psicologici e biologici sottostanti e utilizzando, quando necessario, la terapia psicofarmacologica.

    Che domande fa lo psichiatra?
    Durante la prima visita generalmente lo psichiatra chiede di descrivere il disagio che ha portato la persona a cercare un aiuto. Successivamente si può cercare di capire quando, come e se c’è qualcosa che può avere causato la sofferenza. Molto spesso ci si sofferma anche sulle eventuali terapie farmacologiche già assunte, su malattie fisiche o presenza di disturbi analoghi a quelli lamentati a carico dei famigliari. Queste domande sono abbastanza standard e vengono proposte molto frequentemente dagli specialisti del disagio psichico, psicologo, psichiatria o psicoterapeuta che sia. Le domande successive dipendono molto da caso a caso e da specialista a specialista.

    Quanto dura una visita psichiatrica o un colloquio?
    I tempi delle visite dipendono da professionista a professionista. Personalmente credo che ci voglia tempo per effettuare un colloquio psichiatrico informativo e soddisfacente, perché la persona ha bisogno di tempo per aprirsi e confidarsi rispetto ai propri problemi psicologici e psichiatrici. Per questo la mia prima visita dura un’ora circa e le successive almeno trenta minuti. Vi rimando a questa pagina http://lietti-psichiatra-milano.com/servizi/ per avere più informazioni sui servizi.

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  • Psicologia

     La psicologia è la scienza che studia il comportamento umano e che cerca di comprendere ed interpretare i processi mentali, affettivi e relazionali che lo determinano con lo scopo di promuovere il miglioramento della qualità della vita.

    Tra gli oggetti di studio e di approfondimento della psicologia si possono citare la memoria, l’intelligenza, l’apprendimento, la comunicazione, le emozioni, l’affettività, la motivazione, la frustrazione, l’aggressività, il conflitto; ed ancora la personalità, le relazioni, le forme organizzative ed i gruppi.

    La psicologia è un campo di studio che fonda i sui risultati sulla ricerca scientifica.

    Le competenze e gli strumenti offerti dalla psicologia trovano applicazione in tutti i contesti della vita quotidiana nei quali ci si occupa del benessere psicologico dell’individuo, del gruppo, della comunità quali:
    fasi del ciclo di vita (infanzia, adolescenza, genitorialità, terza età)
    prevenzione e benessere (salute, stili di vita, dipendenze, etc.)
    sviluppo ed educazione (scuola, apprendimento, processi di formazione, etc.)
    lavoro ed organizzazione (selezione, valutazione, analisi organizzativa, interventi sui gruppi, etc.), e in numerosi altri ambiti come sport, giustizia, emergenze, turismo e traffico .

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  • Psicoterapia

     La psicoterapia è un intervento che viene richiesto quando una persona si trova in un momento di crisi e di sofferenza, non riesce a capire quale sia la causa di questo stato o come trovare sollievo e ristabilire un equilibrio nella propria vita. Essere in crisi può voler dire tante cose: tristezza, ansia, angoscia, rapporti conflittuali con il partner, con la famiglia o con la cerchia di amici, problemi col cibo, con le droghe, con tutti i tipi di comportamenti nocivi di cui non riusciamo a fare a meno, l’impossibilità di raggiungere un obiettivo o di ottenere la percezione di essere efficaci e competenti. Il problema per cui si richiede una psicoterapia può manifestarsi secondo diversi gradi di gravità: può andare da una sensazione soggettiva di malessere ad una vera e propria compromissione delle attività della vita quotidiana. Gli esempi possono essere infiniti, quello che sta alla base della richiesta di psicoterapia è il vissuto di sofferenza e il desiderio di cambiare qualcosa.
    La salute mentale viene definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni.” (…) “In Italia, studi recenti condotti sia a livello nazionale che locale, hanno mostrato che la prevalenza annuale dei disturbi mentali nella popolazione generale è dell’8% circa ed un recente sondaggio, condotto su un campione di psichiatri italiani, ha riscontrato un aumento rispetto a dieci anni fa della frequenza con cui vari disturbi mentali giungono all’osservazione clinica. Anche in Italia, come in altri Paesi industrializzali, i disturbi mentali costituiscono una delle maggiori fonti di carico assistenziale e di costi per il Servizio Sanitario Nazionale; si presentano in tutte le classi d’età, sono associati a difficoltà nelle attività quotidiane, nel lavoro, nei rapporti interpersonali e familiari e alimentano spesso forme di indifferenza, di emarginazione e di esclusione sociale.” (http://www.salute.gov.it)
    La psicoterapia è uno strumento ampiamente riconosciuto e utile per dare sollievo ai problemi psicologici e relazionali che ogni persona può incontrare nel corso della propria esistenza e che possono interferire anche pesantemente con la qualità della vita. Ha inoltre una specifica indicazione nei casi di intensa conflittualità familiare e coniugale e nelle situazioni di intenso stress sociale qualunque possa esserne l’origine.
    La psicoterapia consiste nell’incontro con un professionista che, conoscendo il funzionamento della mente umana, delle relazioni fra le persone e nei gruppi e le manifestazioni psicopatologiche, si pone in una condizione di ascolto, di apertura nei confronti del paziente, per conoscerlo e per guardare insieme a lui la sua vita, fornendogli una visuale aggiuntiva di essa. La relazione che si crea tra queste due persone è autentica e spontanea e si pone come l’elemento centrale per comprendere ciò che avviene fra il paziente e gli altri significativi nella sua vita. Qualunque sia il modello di intervento (psicodinamico, cognitivo-comportamentale, strategico, sistemico-familiare) il fulcro del processo terapeutico è che il paziente arrivi ad ottenere una diminuzione di eventuali sintomi psicopatologici, una nuova immagine di sé, a comprendere i sentimenti verso sé stesso e gli altri e ottenere una trasformazione che migliori la sua tolleranza agli eventi della vita e la capacità di trarre piacere da essa.
    L’intervento psicoterapeutico non ha una durata prestabilita: questa varia secondo le persone, il tipo di problema e i personali ritmi di maturazione e trasformazione. Gli incontri possono avere cadenza settimanale (la maggior parte delle volte), bisettimanale o quindicinale. La psicoterapia può svolgersi con sedute individuali, di coppia, familiari o di gruppo, secondo le richieste, la tipologia di problema che emerge o le necessità strategiche di intervento. Oltre ai colloqui clinici, nel caso in cui siano presenti sintomi di elevata gravità (ansia acuta, depressione, deliri, allucinazioni, eccessiva elevazione dell’umore) può essere necessario l’ausilio di una terapia farmacologica, adeguatamente prescritta da uno psichiatra. La terapia farmacologia non si sostituisce al lavoro psicoterapeutico, ma lo affianca per permettere al paziente di portare avanti le normali attività della vita quotidiana e di usufruire di tutte le sue risorse per affrontare il momento critico.

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  • Scienza dell'alimentazione e dietetica

     La dietologia o dietetica, è la disciplina che si occupa di prescrivere un regime alimentare ben definito, in termini qualitativi e quantitativi, a scopo terapeutico, preventivo o sperimentale. Comprende e riunisce molte conoscenze diverse, che vanno dalle proprietà biologiche degli alimenti, alla fisiologia e fisiopatologia dell’organismo, alle norme igieniche e alle tecniche di preparazione dei cibi. La redazione di piani alimentari specifici per i bisogni della persona prende in considerazione diverse caratteristiche del soggetto, quali l’età, il sesso, la statura, il peso corporeo, lo stato di salute e l’attività fisica, ma anche elementi più generici di carattere ambientale, ecologico, economico e sociale. In linea di massima un programma dietetico mira a stabilire il più opportuno apporto calorico quotidiano, a fornire un’equilibrata proporzione dei diversi elementi semplici (proteine, glucidi, lipidi), a garantire il fabbisogno giornaliero di fibre, vitamine e minerali, e ad assicurare, quindi, lo stato di buona salute e il benessere fisico della persona.

    Un po’ di storia
    L’etimologia della parola comprende i termini “dieta” (dal greco diaita, ossia “vita, modo di vivere” ma anche “alimentare”) e “logia” (dal greco logos, discorso): questa disciplina vuole proporsi come guida nel trovare il proprio regime alimentare equilibrato e corretto. Col progredire delle conoscenze inerenti alla scienza dell’alimentazione, il termine “dietologia” è risultato sempre più generico, ed è nata perciò l’esigenza di una più articolata denominazione. Infatti, nei soggetti in ottima salute, le norme alimentari applicabili si richiamano alla generica fisiologia della nutrizione, mentre per i soggetti patologici o predisposti a determinate malattie ci si rifà rispettivamente ai principi della dietoterapia o dietetica clinica e della dietoprofilassi.

    I progressi della dietologia sono dovuti soprattutto alle nuove scoperte nel campo della chimica, della fisiologia, delle tecnologie alimentari, e della fisiopatologia e patologia della nutrizione. Hanno inoltre apportato un grandissimo contributo le recenti acquisizioni scientifiche sulle malattie del metabolismo, dell’apparato digerente e del sistema cardiocircolatorio. Da tali evidenze derivano favorevoli prospettive non solo nel campo terapeutico e preventivo, ma anche in quello fisiologico.

    Formazione professionale e patologie
    L’istituzionalizzazione dei servizi dietetici negli ospedali odierni ha fatto sì che si delineasse una nuova figura professionale, operante nel campo della dietistica ospedaliera: accanto al Medico specialista in Dietologia o in Scienze dell’Alimentazione (dietologo o nutrizionista clinico) è presente oggi la figura del dietista, laureato triennale, che in sede ospedaliera applica le direttive generali del dietologo, ne controlla l’osservanza da parte degli addetti alla preparazione dei cibi (rispetto delle razioni prescritte; controllo dei requisiti igienici e di appetibilità), prende atto degli effettivi consumi alimentari del paziente e della sua tolleranza nei confronti della dieta.

    La dietologia può inoltre avere un ruolo di primaria importanza in ambito patologico e a seconda dei casi, può essere lo strumento principale per ripristinare lo stato di salute, oppure un’efficace metodo per coadiuvare la terapia farmacologica. Molte condizioni morbose sono inoltre curabili con una dieta ad apporto giornaliero particolarmente elevato o limitato di uno o più componenti (come, per esempio, la dieta iposodica o la dieta iperpotassica), o con piani alimentari privi di determinate sostanze normalmente presenti nei cibi ma che risultano nocive per certi soggetti: è il caso del glutine per la celiachia e di particolari allergeni per i soggetti allergici. Nei compiti della dietetica rientrano anche le problematiche connesse alla nutrizione enterale (somministrazione di alimenti liquidi e semiliquidi mediante sonda gastrica o eccezionalmente attraverso brecce operatorie), e parenterale (somministrazione di soluzioni nutritive per via venosa).

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  • Urologia

     La visita urologica è una visita medica – non dolorosa e non invasiva – che viene effettuata dall’urologo, ovvero dal medico specialista nello studio e nella cura delle malattie dell’apparato urinario.

    A cosa serve la visita urologica?
    La visita urologica ha come obiettivo quello di diagnosticare, escludere o monitorare un disturbo di carattere urologico, tra cui: incontinenza, infezioni e calcolosi delle vie urinarie, disturbi legati alle funzioni sessuali, neoplasie, infezioni genitali maschili e femminili, prostatiti (nell’uomo).

    Come si svolge la visita urologica?
    Lo specialista urologo nella prima fase della visita provvederà a raccogliere il maggior numero di informazioni sulla storia clinica e sullo stile di vita del paziente (fase denominata “anamnesi”), facendo domande circa l’alimentazione abitualmente seguita, l’eventuale vizio del fumo, l’eventuale consumo di alcol, il livello di attività fisica e di sedentarietà, la presenza di eventuali patologie a carico, altri casi in famiglia di patologie urologiche, eventuale assunzione di farmaci e, infine, sulla vita sessuale.
    La seconda parte della visita presenta delle differenze in base al genere sessuale del paziente. Se il paziente è uomo, infatti, il medico procederà a un’attenta valutazione del basso addome e della zona genitale esterna. Nel corso di questa visita può anche essere effettuato il controllo della prostata mediante palpazione dal canale rettale per verificare lo stato di salute di questa ghiandola. In base alle rilevazioni effettuate nel corso della visita, lo specialista potrà richiedere l’esecuzione da parte del paziente di alcuni esami – come esami delle urine, uroflussimetria, ecografie dell’apparato urinario/genitale – per ulteriori accertamenti.
    Nel caso della donna la visita urologica è del tutto simile a una visita ginecologica. Dopo aver effettuato l’anamnesi della paziente, il medico urologo procederà alla valutazione dello stato di salute dell’apparato urinario, escludendo o individuando la presenza di prolassi della vescica e/o dell’utero (condizioni spesso associate a incontinenza). Frequentemente viene richiesta l’esecuzione di un’ecografia del basso addome, con o senza sonda transvaginale: meglio dunque presentarsi con la vescica piena.

    Sono previste norme di preparazione?
    Non sono previste norme di preparazione particolari. È bene inoltre che il paziente porti con sé eventuali esami effettuati su richiesta del proprio medico curante e tutta la documentazione medica eventualmente posseduta inerente il problema urologico.

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